W.Shakespeare sonetto 116.




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William Shakespeare può vantare una vastissima produzione teatrale, la cui fama è ormai immortale, ma è famoso anche per averci lasciato altre opere in rima, tra cui I Sonetti, scritti presumibilmente tra il 1593 e il 1599. In questo periodo, i teatri erano chiusi a causa dell’epidemia di peste, quindi il drammaturgo si dedicò alla stesura di 154 sonetti, che furono poi pubblicati nel 1609. Il sonetto 116 è sicuramente uno dei più celebri tanto che anche oggi viene spesso citato. 







         Non sia mai ch'io ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli;
Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento,
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato,
Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. 







Let me not to the marriage of true minds
Admit impediments. Love is not love
Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove:
O no! it is an ever-fixed mark
That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,
Whose worth's unknown, although his height be taken.
Love's not Time's fool, though rosy lips and cheeks
Within his bending sickle's compass come;
Love alters not with his brief hours and weeks,
But bears it out even to the edge of doom.
If this be error and upon me proved,
I never writ, nor no man ever loved.


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